"...Un re andò nel suo giardino e trovò alcuni dei suoi alberi morenti, fiori e cespugli stavano appassendo. La quercia disse che stava morendo perché non riusciva a essere alta come il pino. Osservando il pino, il re lo trovò piegato perché non riusciva a sostenere i grappoli come la vite. E la vite stava morendo perché non era in grado di fiorire come la rosa. Infine trovò una viola, fresca e fiorente come sempre. Alla domanda del re, la viola rispose:
Ho dato per scontato che, quando mi hai piantata, volevi una viola. Se avessi voluto una quercia, una vite o una rosa, avresti piantato quelle. Per cui ho pensato: visto che avevi piantato proprio me, dovevo fare del mio meglio per essere ciò che volevi. Io posso solo essere me stessa, e sto cercando di esserlo al meglio delle mie capacità.
Ecco noi siamo qui perché questa esistenza ha bisogno di noi, così come siamo. Altrimenti sarebbe esistito qualcun altro! L’esistenza non ci avrebbe aiutato a essere qui, non ci avrebbe creato. Noi stiamo adempiendo qualcosa di assolutamente essenziale, qualcosa di fondamentale, così come siamo. Se Dio avesse voluto un Buddha, ne avrebbe potuti creare quanti ne voleva. Ne ha generato uno solo, era sufficiente, e lo ha appagato nel profondo. Da allora non ne ha più prodotto un altro.
E il motivo è questo: noi siamo in questo momento la persona più adatta, più necessaria.
Ma la società continua a destabilizzarci è come se dicesse alla rosa: “Diventa un fior di loto.” E al loto: “Che fai? Devi diventare qualcos’altro”. La società fa di tutto per far impazzire l’intero giardino, e ogni cosa sta morendo – e questo perché nessuno può mai essere qualcun altro. È impossibile.
Ecco cos’è accaduto all’umanità: tutti stanno fingendo. Ogni autenticità, ogni verità è perduta, tutti cercano di apparire diversi da ciò che sono. Guarda semplicemente te stesso: stai fingendo di essere qualcun altro. E puoi solo essere te stesso – è impossibile, né potrà mai accadere, che tu sia qualcun altro. Rimarrai te stesso, sempre e comunque. Puoi godere di questa realtà e fiorire, oppure condannarla e appassire."
Ho dato per scontato che, quando mi hai piantata, volevi una viola. Se avessi voluto una quercia, una vite o una rosa, avresti piantato quelle. Per cui ho pensato: visto che avevi piantato proprio me, dovevo fare del mio meglio per essere ciò che volevi. Io posso solo essere me stessa, e sto cercando di esserlo al meglio delle mie capacità.
Ecco noi siamo qui perché questa esistenza ha bisogno di noi, così come siamo. Altrimenti sarebbe esistito qualcun altro! L’esistenza non ci avrebbe aiutato a essere qui, non ci avrebbe creato. Noi stiamo adempiendo qualcosa di assolutamente essenziale, qualcosa di fondamentale, così come siamo. Se Dio avesse voluto un Buddha, ne avrebbe potuti creare quanti ne voleva. Ne ha generato uno solo, era sufficiente, e lo ha appagato nel profondo. Da allora non ne ha più prodotto un altro.
E il motivo è questo: noi siamo in questo momento la persona più adatta, più necessaria.
Ma la società continua a destabilizzarci è come se dicesse alla rosa: “Diventa un fior di loto.” E al loto: “Che fai? Devi diventare qualcos’altro”. La società fa di tutto per far impazzire l’intero giardino, e ogni cosa sta morendo – e questo perché nessuno può mai essere qualcun altro. È impossibile.
Ecco cos’è accaduto all’umanità: tutti stanno fingendo. Ogni autenticità, ogni verità è perduta, tutti cercano di apparire diversi da ciò che sono. Guarda semplicemente te stesso: stai fingendo di essere qualcun altro. E puoi solo essere te stesso – è impossibile, né potrà mai accadere, che tu sia qualcun altro. Rimarrai te stesso, sempre e comunque. Puoi godere di questa realtà e fiorire, oppure condannarla e appassire."
Om Shanti
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