i pensieri creano la realtà...

Vi racconto un'antica parabola hindu dal significato molto profondo.


Un uomo, mentre era in viaggio, per caso entrò in paradiso. Nel paradiso concepito dagli hindu esistono alberi che soddisfano i desideri. Ti siedi semplicemente sotto uno di loro, desideri una cosa qualsiasi, e immediatamente viene soddisfatta: tra desiderio e appagamento non c’è alcun lasso di tempo. Tu pensi, e immediatamente la cosa si concretizza.

Questi alberi rappresentano simbolicamente la mente. La mente è creativa, creativa con i suoi stessi pensieri.

Quell’uomo era stanco, per cui si addormentò sotto uno di questi alberi. Quando si svegliò, era molto affamato, per cui disse: “Quanto vorrei poter trovare del cibo da qualche parte!” E immediatamente il cibo apparve dal nulla, fluttuava nell’aria; erano manicaretti deliziosi. L’uomo divorò ogni cosa e quando si sentì sazio, in lui sorse un altro desiderio: “Se solo potessi avere qualcosa da bere…” e poiché in paradiso non esiste alcun proibizionismo, immediatamente apparvero vini pregiati.

Dopo aver bevuto, mentre si rilassava alla fresca brezza del paradiso, quell’uomo iniziò a chiedersi: “Cosa sta succedendo? Sto sognano? Oppure ci sono nei pressi dei fantasmi che si prendono gioco di me?” E subito comparvero dei fantasmi: feroci, orribili, stomachevoli. L’uomo si mise a tremare e in lui sorse un altro pensiero: “Adesso di certo verrò ucciso. Questi mostri mi uccideranno!” E fu ucciso.
 


La mente è creatore di pensieri e i nostri pensieri creano la realtà.
Quando desideriamo e pensiamo qualcosa prima o poi si avvererà, non per magia, ma perche' noi stessi creiamo le condizioni, agiamo inconsapevolmente in modo che cio' che abbiamo desiderato e pensato avvenga. Il tanto decantato pensare positivo che fa tanto new age ha un profondo fondamento!
Se è vero che i desideri si realizzeranno è anche vero che le situazioni negative ci vengono incontro se temiamo sempre che ci capitino. Quando abbiamo paura di qualcosa non facciamo altro che pensarci sempre, di continuo, con tenacia e forza, ne siamo quasi ossessionati e allora ecco che alimentiamo quella stessa cosa con il nostro pensiero, le diamo vita, ce la teniamo vicina vicina, e alla fine se proprio non capita (per fortuna) sicuramente ci abbiamo vissuto insieme per molto tempo.
lasciar andare le paure, lasciar andare i pensieri fissi, l'attaccamento ad un desiderio, essere più spensierati e leggeri. Lasciare che accada la vita senza incaponirci troppo.
Credo che provarci non sia una gran fatica, per lo meno non vivremo quotidianamente tenendo per mano fortemente i fantasmi delle nostre paure

Om shanti

Yoga...tornare al vero sé...tornare un po' bambini

tornare al vero nostro sè è come tornare un po' bambini...i bambini sono ancora puri senza sovrastrutture. la società con i suoi condizionamenti ha agito ancora poco su un bambino, per cui il bambino è ancora libero di esprimere se stesso con naturalezza e semplicità.
Vi posto questo breve filmato che ho sempre trovato molto delicato e fonte di riflessioni

Om shanti

Aprile dolce...yoga

1 mese di yoga dinamico energizzante!! in promozione!!

Vi propongo un mese di yoga dedicato e mirato alla primavera.

La primavera... il risveglio della natura, le giornate di sole, la temperatura mite....e noi spesso ci ritroviamo a non avere energie ad essere perennemente stanchi, abbiamo accumulato durante l'inverno tanti impegni e tante tensioni. Lo yoga ci aiuta a "ricaricare le pile" per affrontare con leggerezza ed energia la stagione primaverile e potersi godere in pieno le ore di sole che si allungano.

1 ora la settimana con esercizi mirati a questa stagione per rivitalizzare e risvegliare l'energia sopita.

il giovedi 19,00 - 20,00 in via Santa Giulia 12/c - Torino

per info vedi area contatti

Om Shanti

Micropratica Sfera di luce

Vi do' il suggerimento di un'altra micropratica per affrontare momenti difficili durante la giornata, o da svolgere al mattino per crearsi intorno un'energia positiva che ci protegga e ci rinforzi per tutta la giornata.

Porsi in posizione, seduta o eretta, l'importante è che la colonna vertebrale sia sempre distesa e dritta; sia che siamo in piedi o seduti su una sedia le gambe vanno parallele fra loro distanti quanto il bacino, se siamo seduti per terra va bene con le gambe incrociate, in siddhasana(vedi foto), o comunque in modo da stare comodi e da sentirci a nostro agio.
Chiudiamo gli occhi e poniamo le mani in anjali mudra vicino al cuore (vedi foto).
Con un inspiro  apriamo le braccia  lateralmente formando un cerchio e portiamole sopra la testa, a quel punto uniamo di nuovo i palmi sopra la testa. Con un espiro riportiamo le mani unite facendole scorrere lentamente davanti alla fronte, occhi, naso, bocca, mento, gola, fino al cuore.
Questo è il movimento da fare legato al respiro .
Mentre facciamo questo movimento immaginiamo di avere una sfera di luce (energia) fra i palmi delle mani. Quando inspiriamo e apriamo le braccia portando le mani in alto la sfera di luce si amplia e ci circonda, quando portiamo giu' le mani in espiro verso il cuore, riportiamo la sfera di luce al cuore.
La sfera di luce (energia) cosi si potenzia con il nostro inspiro, ci avvolge e ci protegge.
E' un 'energia viva che creiamo noi con il nostro respiro, siamo noi che possiamo quindi darci forza e proteggerci;  con il nostro respiro alimentiamo l'energia che c'e' in noi.
Eseguire per almeno 20 cicli di respiro.
facile e pratico...meno integratori e meno ansiolitici....
Om shanti

armonia orientale

Riflettevo sul fatto che ci viene richiesto quotidianamente di essere sicuri, vincenti, ben preparati, di avere le idee ben chiare, di avere opinioni inconfutabili, di scendere in campo per una o per l'altra fazione e stoicamente difenderla fino all'estremo. In una riunione di lavoro, per esempio, se non dimostriamo di avere un opinione e difenderla a dispetto di tutto siamo considerati dei deboli, dei pressapochisti, poco professionali. Essere intransigenti e sicuri di sé ci porta verso la strada del "successo" della leader ship. Dentro di noi sentiamo pero' una vocina che ci fa dubitare, ci fa vacillare, è una sensazione che sopprimiamo subito, ma che sottilmente rimane dentro facendoci sentire a disagio "ma sei sicuro di quello che dici, ma e' proprio cosi giusto il tuo punto di vista? " ...Ecco quella vocina da dove viene?
Nella nostra cultura occidentale la realtà è considerata composta da elementi negativi ed elementi positivi, ben distinti tra loro, ben in contrasto ed opposizione fra loro.
Per esempio luce e buio, notte e giorno, male e bene, bianco e nero... (se avessi qui un dizionario dei sinonimi e contrari andrei avanti per molto). Consideriamo che un oggetto, un sentimento, un emozione, un qualsiasi aspetto o accadimento della vita e della realtà abbiano una valenza  o assolutamente positiva o assolutamente negativa. In base a questa visione, che ci hanno insegnato, abbiamo imparato a fare delle scelte, ad avere delle opinioni, ad agire. Siamo convinti di agire in modo conveniente e giusto se agiamo in base a categorizzazioni che abbiamo classificato come positive. Ma a volte, per esempio,  ci capita che  una persona o una situazione che avevamo categorizzato come negativa in un evento inaspettato ci sorprenda e si riveli a noi  con un aspetto positivo, benevolo, simpatico, gentile.
E allora quella vocina ritorna e si fa più insistente minando le nostre sicurezze.
Ma siamo proprio sicuri che la nostra cultura proponga una giusta ed univoca visione della realtà? la filosofia, la scienza, le religioni ci hanno insegnato delle regole, delle prospettive basate sul bene e il male, sul positivo negativo, sugli opposti. E allora ancora questa vocina...
Studiando la cultura orientale mi sono fatta un idea della provenienza di questa vocina...
La cultura orientale propone un punto di vista differente della realtà. (non mi dilungo su tutti gli aspetti, ne sottolineo solo uno, che pero' mi sembra alla radice di queso argomento).
La realtà è considerata come composta da molteplici aspetti, presenti in diverse percentuali, ma tutte collaborano per formare l'unita' dell'"oggetto". Un oggetto, un emozione, un evento non e' classificato in modo univoco positivo o negativo ma e' visto come composto sia da un aspetto che da quello che noi consideriamo opposto, in equilibrio fra loro. Gli "opposti" come li chiamiamo noi non sono visti come opposti e inconciliabili fra loro ma sono visti come diversi aspetti della stessa cosa.
Cio' porta ad  un punto di vista liberatorio: niente e' univocamente in un certo modo per sempre.
Allora ecco che possiamo rilassarci... il mio amico che avevo sempre considerato diligente ora si è trasformato improvvisamente in un casinaro?!! E' possibile si, perchè in lui c'e' sempre stato  quell'aspetto solo che per ragioni varie non si era ancora rivelato. Non devo essere delusa, l'avevo categorizzato come diligente e ora non e' piu' affidabile. No lui e' sempre ancora anche diligente solo che l'altro aspetto in questo momento è più in evidenza e agisce ora.
Il famoso Tao (nel bene c'e un po' di male e nel male c'e' un po' di bene) e' esemplificativo.
E allora ecco cos'era quella vocina. La natura dell'uomo è composta da molteplici aspetti e così anche la realtà. Se ci armonizziamo e non ci opponiamo, se andiamo con le cose e non contro, se facciamo fluire le sensazioni e scegliamo in base a quella vocina, non in base agli insegnamenti che ci hanno imposto dall'esterno scopriremo che la visione orientale della realtà si avvicina più al nostro vero modo di sentire, di percepire. Se ci fermiamo ad ascoltare quella vocina (che e' la voce della nostra vera natura intima), forse in una riunione di lavoro, o a casa col nostro compagno ascoltiamo piu' apertamente le sue opinioni, le opinioni di un collega, e possiamo rimanere sorpresi da quanto quell'idea che prima avevamo rifiutato a priori ci sembri niente male pero'... Saremo piu' aperti a nuove idee, piu' tolleranti, piu' sicuri perche' sappiamo che tutto e' possibile quindi ci possiamo rilassare.
Sappiamo che una ad una brutta giornata seguirà una bella, che il nostro compagno forse non aveva tutti i torti e possimo trovare un accordo, che in quella riunione collaborare con il mio collega mi ha dato la possibilità di imparare e magari anche aprirmi  nuove possibiltà.
 Om Shanti

Mantra

Oggi vi parlo dei mantra.
Di tradizione antichissima ancora oggi sono straordinariamente attuali sia nell'utilizzo che nella bellezza del suono.

La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e Trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri.

Sostanzialmente consiste in una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi), generalmente in sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale ma anche a livello fisico ed energetico.

Vediamo ora i due mantra piu' importanti:

Om

E' il mantra più sacro e rappresentativo dell'induismo; è considerato il suono primordiale che ha dato origine alla creazione, la quale viene interpretata come manifestazione stessa del suono. Secondo le scritture induiste, il mantra Aum (si scrive così) rappresenta la sintesi e l'essenza di ogni mantra, preghiera, rituale, testo sacro, essere celeste o aspetto del Divino. In virtù di questo, la sillaba Aum (om) viene recitata in apertura di molti mantra.

So - Ham
Il significato di So-Ham è "Io sono quello", è una formula che sta ad indicare la nostra unità con il Principio Supremo. Questo mantra è il suono del respiro.

Pratica:   So     quando si inspira
             Ham  quando si espira.

recitatiamo questo semplice ma potente mantra  quando dobbiamo trovare il nostro centro, quando abbiamo un'attività mentale disordinata con pensieri di timore o di nervosismo. Quindi durante l'ispirazione si pensa o si recita So e nel corse dell'espirazione di pensa o si recita ham. Grazie a questo suono si identifica con se stessi il tutto e si arriva a ricconnettere il Sé individuale con quello universale. Prendiamo cosi' forza non solo da noi stessi ma anche dall'universo intero. Quale migliore amico in caso di necessità?...
Om Shanti

Accettazione di sé

Ho letto questa storia che condivido con voi...


"...Un re andò nel suo giardino e trovò alcuni dei suoi alberi morenti, fiori e cespugli stavano appassendo. La quercia disse che stava morendo perché non riusciva a essere alta come il pino. Osservando il pino, il re lo trovò piegato perché non riusciva a sostenere i grappoli come la vite. E la vite stava morendo perché non era in grado di fiorire come la rosa. Infine trovò una viola, fresca e fiorente come sempre. Alla domanda del re, la viola rispose:

Ho dato per scontato che, quando mi hai piantata, volevi una viola. Se avessi voluto una quercia, una vite o una rosa, avresti piantato quelle. Per cui ho pensato: visto che avevi piantato proprio me, dovevo fare del mio meglio per essere ciò che volevi. Io posso solo essere me stessa, e sto cercando di esserlo al meglio delle mie capacità.

Ecco noi siamo qui perché questa esistenza ha bisogno di noi, così come siamo. Altrimenti sarebbe esistito qualcun altro! L’esistenza non ci avrebbe aiutato a essere qui, non ci avrebbe creato. Noi stiamo adempiendo qualcosa di assolutamente essenziale, qualcosa di fondamentale, così come siamo. Se Dio avesse voluto un Buddha, ne avrebbe potuti creare quanti ne voleva. Ne ha generato uno solo, era sufficiente, e lo ha appagato nel profondo. Da allora non ne ha più prodotto un altro.

E il motivo è questo: noi siamo in questo momento la persona più adatta, più necessaria.

Ma la società continua a destabilizzarci è come se dicesse alla rosa: “Diventa un fior di loto.” E al loto: “Che fai? Devi diventare qualcos’altro”. La società fa  di tutto per far impazzire l’intero giardino, e ogni cosa sta morendo – e questo perché nessuno può mai essere qualcun altro. È impossibile.

Ecco cos’è accaduto all’umanità: tutti stanno fingendo. Ogni autenticità, ogni verità è perduta, tutti cercano di apparire diversi da ciò che sono. Guarda semplicemente te stesso: stai fingendo di essere qualcun altro. E puoi solo essere te stesso – è impossibile, né potrà mai accadere, che tu sia qualcun altro. Rimarrai te stesso, sempre e comunque. Puoi godere di questa realtà e fiorire, oppure condannarla e appassire."
 Om Shanti

micro pratica anti stress

Il lavoro, le attività da svolgere, le commissioni, gli svaghi la sera, la giornata è molto lunga e a volte siamo talmente stanchi da non riuscire a svolgere tutti i nostri doveri e poi talmente stanchi da non riuscire nemmeno più a dedicarci con gioia agli svaghi, alle nostre passioni, ai nostri cari.

Lo yoga ci fornisce innumerevoli tecniche che possiamo utilizzare durante la giornata, bastano pochi minuti di pausa tra un impegno e l'altro per ricaricare le batterie, o per rilassarci, o per prendere coraggio prima di una riunione importante...o altro.

Man mano nel tempo vi suggeriro' delle micro pratiche che potete svolgere quando ne sentite il bisogno.

Ora vi propongo una pratica anti stress utile quando sentite di aver accumulato troppo stress o prima di affrontare un evento importante:

Pratica: 
Appartatevi in un luogo tranquillo, seduti con la schiena dritta, chiudete gli occhi ed osservate il vostro respiro. Ponete le mani in Dhyana Mudra
(come da figura) in modo che l'energia non scorra via dalle dita.
Sentite l'appoggio del corpo sulla sedia e immaginate che tutte le tensioni scendano verso terra e si allontanino da voi (scaricare a terra) poi respirate per almeno tre minuti controllando il respiro in questo modo:
contate 4 tempi mentre insipirate, 4 in apnea a polmoni pieni, 4 in espirazione, 4 in apnea a polmoni vuoti. Continuate cosi in questa repirazione quadrata. Contare  tempi uguali per ogni fase della respirazione permette di stabilizzare il repiro e renderlo uguale nelle sue fasi calmo e profondo.
Ciò stabilizza l'umore, placa l'ansia e ridà energia. Se 4 tempi per il vostro repiro vi sembrano pochi contate 6 o 8. Importante è che siano sempre uguali fra loro le fasi.
Bastano due o tre minuti ogni tanto nella giornata...
Om shanti

Micro pratica: Tadasana, La montagna

Sul tappetino, durante l'ora di pratica, sperimentiamo delle posizioni, un atteggiamento mentale e un respiro, che ci possono aitutare, riportandoli nella vita quotidiana, ad affrontare meglio la giornata.
Vi descrivo ora una piccola pratica che potete utilizzare in quasiasi momento della giornata, nelle piccole pause che e' bene prendersi per sé.

Tadasana è una classica asana (posizione) che aiuta sia a livello fisico posturale che a livello psicologico.
Mettetevi in posizione eretta, i piedi paralleli fra loro e distanti quanto il bacino. Muovete le dita dei piedi aprendole e chiudendole fra loro e allargandole bene appoggiatele al pavimento in modo da avere maggior superfice d'appoggio a terra. Sentite l'appoggio a terra equilibrato nelle quattro parti della pianta dei piedi. Salite ora alle ginocchia, attivatele sollevando le rotule, le cosce si contrarranno un pochino. Le gambe sono cosi attive dando maggior stabilità alla posizione eretta. Passate ora al bacino che girerete verso il fronte del vostro corpo con una leggera retroversione, la curva lombare così si raddrizzerà leggermente, contraete leggermente gli addominali, estendete il petto e portate indietro le spalle, abbassatele in modo che siano rilassate e lonane dalle orecchie. Distendete la curva delle cervicali portando il mento leggermente indietro e parallelo al pavimento. La testa si trova cosi' in equilibrio perfetto sul corpo. In ultimo discostate le braccia dal corpo formando in triangolo, con la punta delle dita tese verso terra.
Avete cosi portato lentamente e con attenzione il corpo in una postura corretta e perfettamente allineata. La postura corretta è un toccasana per il corpo, favorisce la distensione delle contratture muscolari e la respirazione regolare.

A proposito di respiro ora che siete in tadasana mantenete la posizione per almeno 20 respiri regolari calmi e profondi. Immaginate di respirare con l'ombelico, che si ritrae verso la colonna vertebrale in espirazione e si estende, gonfiando la pancia, in ispirazione.

Ora portate l'attenzione della mente sulla posizione che avete creato. Pensate dentro di voi "sono una motagna. Le mie gambe sono stabili e forti e ben ridicate a terra come la base della montagna e dall'ombelico in su il mio corpo è come la vetta della montagna, leggera e alta svetta verso l'alto. Sono potente, stabile come una montagna, vento, intemperie, neve, sole, nuvole mi passano vicino, mi stanno intorno ma io rimango stabile e forte."
Così simbolicamente impariamo a stare centrati, forti e stabili, difronte agli accadimenti della vita, alle situazione e alle emozioni che ci arrivano quotidianamente. Può anche soffiare un forte vento di tristezza o di rabbia o altre emozioni, ma io sono sempre centrato e stabile e aspetto, con la calma che il respiro mi da, che passi e vada lentamente via lasciandomi libero e in equilibrio.


Provate in diversi momenti della giornata a riprodurre questa posizione ed assumere con l'immaginazione le qualità di una montagna. Ricordate: posizione, respiro e immaginazione. Tutti gli elementi sono legati in una asana e riuniti. Impariamo cosi pian piano ad unificare mente corpo e repiro.
Yoga vuol dire unione. E questo percorso yogico di unione favorisce il nostro percorso di vita.
Om shanti

Cos'è lo yoga?

Lo Yoga è un esperienza. 
E' un esperienza del proprio corpo, del proprio respiro, della propria mente.

Lavorando con il movimento e le posizioni sperimentiamo il corpo in ogni suo aspetto, percepiamo la posizione dei muscoli, le tensioni, il rilassamento, le rigidità, la flessibilità di ogni sua parte. Aumentando quindi la consapevolezza e l'attenzione sul corpo, aumentiamo la capacità di ascoltare i messaggi che il corpo ci manda. Miglioriamo la capacità di agire in modo da modificare posture scorrette, atteggiamenti dannosi e migliorare la funzionalità fisica e quindi la salute.

Lavorando con il respiro acuiamo la sensibilità verso le parti più intime del nostro essere. Osservando il flusso del respiro impariamo a percepire il corpo ad un livello più sottile, ad averne maggiore conapevolezza e, modificando il respiro secondo tecniche codificate da millenni, possiamo agire sull'energia del corpo, sulle emozioni, sulle tensioni.

Ponendo un'attenzione continua e sensibile al corpo e al respiro, durante l'ora della pratica sul tappetino, la nostra mente si libera dai pensieri che di solito l'attanagliano in continuazione, s'interrompe per un'ora il flusso dei pensieri e impariamo a concentrare la mente "sul qui e ora", su ciò che stiamo facendo senza interferenza alcuna. Le emozioni negative si affievoliscono, le tensioni si alleggeriscono e ciò porta al rilassamento mentale e fisico, ad una quiete e ad una serenità che portano beneficio alla persona nella sua interezza.

Sperimentando sul tappetino, facendo esperienza delle nostre possibilità e capacità, ci alleniamo ad una maggiore consapevolezza di sé, quindi ad una maggiore conoscenza di ciò che volgiamo. Questo ci permette di essere attori nella vita quotidiana al di là dei condizionamenti sociali e di non subire passivamente le variabili che la vita ci pone di continuo.
Om Shanti