questa immagine vale più di mille parole!!
Om shanti
Rifiutate i pensieri distruttivi, pensate positivo
Sono da rifiutare quei pensieri distruttivi che suggeriscono debolezza, malattia, disgrazia, insuccesso, povertà o peggio ancora odi, invidie, rancori e simili. Chi avesse tendenza a guardare e a pensare al lato negativo delle cose, deve correggere questa malaugurata disposizione perché attira a sé i mali che guarda, che pensa, che teme. I pensieri distruttivi sono i nostri peggiori nemici. Evitateli, come evitereste un ladro, perché vi tolgono la pace, l’armonia, la serenità. Non agite mai all’ombra della negatività. Quando vi trovate in cattiva disposizione d’animo, è preferibile non agire, è meglio riposare, mettersi da parte, anziché operare quando le azioni che ne deriverebbero sarebbero negative. Agite quando l’animo è sereno, sgombro da nubi che impedirebbero la luce del sole. Non siate tra quelli che parlano o agiscono un minuto prima di pensare. Parlate e agite sempre dopo aver pensato ciò che dovete dire o ciò che dovete fare. Il contrario è agire istintivamente e l’istinto è ancora il grado animale, non quello umano che è almeno quello razionale.
Amadeus Voldben
questo scritto spiega molto bene il potere del pensiero e come indirizzarlo al meglio per avvantaggiarsi nella vita.
om shanti
condividere il meglio di noi
"Quando
vi sentite mal disposti, irritati o tristi, restate tranquilli a casa
vostra, fate un lavoro con la luce, pregate, meditate, cantate,
ascoltate della musica…Oppure uscite, andate a camminare un po’ nella
natura, respirate profondamente legandovi alla terra, agli alberi, al
cielo… Presentatevi davanti ai vostri genitori e ai vostri amici solo
quando vi sentite liberi e in grado di portare loro qualcosa di buono,
di luminoso, di costruttivo.
Osservatevi, e constaterete che spesso
fate esattamente il contrario: quando tutto va storto, vi precipitate da
qualcuno, per farlo partecipe delle vostre preoccupazioni e dei vostri
dispiaceri, e quando invece tutto va bene, non avete niente da dire
loro. Sì, è straordinario: quando tutto va bene, non si ha nulla da
raccontare! Non pensate che vi sia in tutto ciò qualcosa da correggere, e
che dovreste imparare a condividere con gli altri unicamente i vostri
stati positivi?"
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Condividiamo il meglio di noi, condividiamo i momenti felici, le emozioni positive...e aggiungo ascoltiamo anche volentieri la felicita' degli altri non siamo invidiosi. Condividere rafforza entrambi!!
Om shanti
namaste
Il termine NAMASTE significa: “lo spirito che è in me riconosce lo
spirito che è in te” . Quando incrociate per la prima volta lo sguardo
di una persona, salutatela dicendo mentalmente “NAMASTE“: in questo modo riconoscerete che l’essere là fuori è lo stesso che avete dentro di voi.
Così facendo, il vostro interlocutore riconoscerà a un livello profondo il linguaggio del vostro corpo, la vostra espressione e il vostro tono -in pratica, la vostra essenza. Anche se si tratta di un saluto silenzioso, egli recepirà in maniera più o meno consapevole il rispetto implicito del vostro saluto.
(Deepak Chopra, "Le coincidenze")
Cosi' spiega Deepak Chopra il significato del saluto usato comunemente in India.
Sappiate anche che le mani sono giunte davanti al cuore quando si rivolge il saluto ad un "pari"
Sono giunte a livello della fronte (terzo occhio) quando si saluta un "guru", un maestro.
Sono giunte sopra la sommità della testa quando ci si rivolge alle divinità.
Questo gesto è conosciuto anche come Anjali Mudra.
Om Shanti
Così facendo, il vostro interlocutore riconoscerà a un livello profondo il linguaggio del vostro corpo, la vostra espressione e il vostro tono -in pratica, la vostra essenza. Anche se si tratta di un saluto silenzioso, egli recepirà in maniera più o meno consapevole il rispetto implicito del vostro saluto.
(Deepak Chopra, "Le coincidenze")
Cosi' spiega Deepak Chopra il significato del saluto usato comunemente in India.
Sappiate anche che le mani sono giunte davanti al cuore quando si rivolge il saluto ad un "pari"
Sono giunte a livello della fronte (terzo occhio) quando si saluta un "guru", un maestro.
Sono giunte sopra la sommità della testa quando ci si rivolge alle divinità.
Questo gesto è conosciuto anche come Anjali Mudra.
Om Shanti
la ricerca della felicità...
"E' tempo che tu smetta di cercare fuori di te,
tutto quello che a tuo avviso potrebbe renderti felice.
Guarda in te, torna a casa." Osho
torna a casa...già, in che senso?
Di sicuro un atteggiamento di riflessione e di ricerca interiore viene più facile alle persone introverse che sono già di natura portate al silenzio, alla riflessione, a stare dentro di sè con i propri pensieri. Agli estroversi risulta più arduo e noioso stare fermi in meditazione o non parlare in continuazione, non viaggiare materialmente, non cercare intorno a sè novità e stimoli. Quindi il percorcorso di ricerca interiore che porta alla felicità secondo il pensiero orientale (ma non solo) sarebbe più facile per gli introversi! mmmm vediamo se e' cosi! Io sono un introversa e sicuramente mi viene spontaneo stare ferma, seduta, con gli occhi chiusi e meditare, mi piace proprio trovare del tempo per me stessa, per rifugiarmi in un mondo tutto mio lontano dallo stress dagli impegni della vita quotidiana. Ma a volte, se non mi sforzo di direzionare i pensieri e meditare su un concetto seme in particolare, se lascio che i pensieri scorazzino nella mia mente in libere associazioni, ecco che sono triste, non felice! si! mi arrivano pensieri di solitudine, di nostalgia, di tristezza, di malinconia. E quindi cercare la felicità dentro di se e non all'esterno vale per tutti e in tutti i momenti?? Si,vale per tutti. Riflettiamo su questo concetto piu' in profondita'.
Cercare dentro di se' non vuol dire ascoltare i pensieri prodotti dalla mente, lasciare che prendano il sopravvento. I pensieri non sono noi, ci appartengono, ma non riflettono cio' che noi siamo veramente.
I pensieri sono creati dalla mente, la mente e' uno strumento che mette insieme esperienze, ricordi, concetti, affermazioni e con essi creano delle opinioni, dei pensieri appunto. Ma c'e' qualcos'altro dentro di noi che agisce: un testimone, un'osservatore che sta al di sopra della mente. Mi spiego meglio: Vi e' capitato a volte di rendervi conto di un pensiero e di "pensare" non voglio piu' pensarla cosi su questo argomento?! magari dei pensieri ossessivi che vi girano in testa ed ad un certo punto dite a voi stessi Basta! devo pensare ad alto senno' impazzisco...ecco in momenti come questi state osservando i vostri pensieri, state osservando dei prodotti della mente. Questo vuol dire che c'e' una parte di noi che e' estranea alla mente, che la osserva, e la puo' dirigere, la puo' domare, la può rendere silenziosa e calma. Questo "osservatore" è la coscienza. La coscienza e' si, al di sopra della mente, ma bisogna anche che la mente le lasci spazio per affiorare ed essere piu' forte.
Questo avviene con la meditazione, con la concentrazione su un pensiero seme, su un oggetto. Con queste tecniche la mente smette di essere al posto di comando della nostra vita e la coscienza diventa sempre piu' libera e attiva. Tornare a casa...ecco cosa vuol dire guardare dentro di noi: ascoltare la voce della nostra coscienza, non la mente. La coscienza e' il nostro vero io ed e' collagata con la perfezione dell'universo e quando noi siamo veramente noi stessi, senza condizionamenti, senza costrizioni, senza maschere create dalla mente allora riusciamo ad essere veramente liberi e felici. Di una felicità autentica e profonda che non dipende da eventi esterni, ma da noi, dalla nostra liberta' di esprimerci ed essere veramente noi stessi, dalla forza che l'universo attraverso la coscienza ci infonde.
Estroversi ed introversi entrambi quindi se cercano dentro di se', se ascoltano la loro coscienza, non la loro mente e i pensieri trovano la felicità.
Om shanti
tutto quello che a tuo avviso potrebbe renderti felice.
Guarda in te, torna a casa." Osho
torna a casa...già, in che senso?
Di sicuro un atteggiamento di riflessione e di ricerca interiore viene più facile alle persone introverse che sono già di natura portate al silenzio, alla riflessione, a stare dentro di sè con i propri pensieri. Agli estroversi risulta più arduo e noioso stare fermi in meditazione o non parlare in continuazione, non viaggiare materialmente, non cercare intorno a sè novità e stimoli. Quindi il percorcorso di ricerca interiore che porta alla felicità secondo il pensiero orientale (ma non solo) sarebbe più facile per gli introversi! mmmm vediamo se e' cosi! Io sono un introversa e sicuramente mi viene spontaneo stare ferma, seduta, con gli occhi chiusi e meditare, mi piace proprio trovare del tempo per me stessa, per rifugiarmi in un mondo tutto mio lontano dallo stress dagli impegni della vita quotidiana. Ma a volte, se non mi sforzo di direzionare i pensieri e meditare su un concetto seme in particolare, se lascio che i pensieri scorazzino nella mia mente in libere associazioni, ecco che sono triste, non felice! si! mi arrivano pensieri di solitudine, di nostalgia, di tristezza, di malinconia. E quindi cercare la felicità dentro di se e non all'esterno vale per tutti e in tutti i momenti?? Si,vale per tutti. Riflettiamo su questo concetto piu' in profondita'.
Cercare dentro di se' non vuol dire ascoltare i pensieri prodotti dalla mente, lasciare che prendano il sopravvento. I pensieri non sono noi, ci appartengono, ma non riflettono cio' che noi siamo veramente.
I pensieri sono creati dalla mente, la mente e' uno strumento che mette insieme esperienze, ricordi, concetti, affermazioni e con essi creano delle opinioni, dei pensieri appunto. Ma c'e' qualcos'altro dentro di noi che agisce: un testimone, un'osservatore che sta al di sopra della mente. Mi spiego meglio: Vi e' capitato a volte di rendervi conto di un pensiero e di "pensare" non voglio piu' pensarla cosi su questo argomento?! magari dei pensieri ossessivi che vi girano in testa ed ad un certo punto dite a voi stessi Basta! devo pensare ad alto senno' impazzisco...ecco in momenti come questi state osservando i vostri pensieri, state osservando dei prodotti della mente. Questo vuol dire che c'e' una parte di noi che e' estranea alla mente, che la osserva, e la puo' dirigere, la puo' domare, la può rendere silenziosa e calma. Questo "osservatore" è la coscienza. La coscienza e' si, al di sopra della mente, ma bisogna anche che la mente le lasci spazio per affiorare ed essere piu' forte.
Questo avviene con la meditazione, con la concentrazione su un pensiero seme, su un oggetto. Con queste tecniche la mente smette di essere al posto di comando della nostra vita e la coscienza diventa sempre piu' libera e attiva. Tornare a casa...ecco cosa vuol dire guardare dentro di noi: ascoltare la voce della nostra coscienza, non la mente. La coscienza e' il nostro vero io ed e' collagata con la perfezione dell'universo e quando noi siamo veramente noi stessi, senza condizionamenti, senza costrizioni, senza maschere create dalla mente allora riusciamo ad essere veramente liberi e felici. Di una felicità autentica e profonda che non dipende da eventi esterni, ma da noi, dalla nostra liberta' di esprimerci ed essere veramente noi stessi, dalla forza che l'universo attraverso la coscienza ci infonde.
Estroversi ed introversi entrambi quindi se cercano dentro di se', se ascoltano la loro coscienza, non la loro mente e i pensieri trovano la felicità.
Om shanti
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